Con questa metodologia – che si basa sull’utilizzo dell’apparecchio Breathtracker della ditta Quintron – è finalmente possibile aiutare i pazienti affetti da problemi intestinali cronici di non chiara origine, che non riusciamo a schiarire per mancanza di tecnologia investigativa. Il test è stato validato da numerose pubblicazioni che ne attestano l’utilità.
Il test si basa sulla detezione nell’aria espirata di idrogeno e metano, a testimonianza della produzione di questi due gas a livello intestinale in caso di problemi di intolleranza o mal igestione di carboidrati o fibre, che provocano fermentazione e conseguente disturbi a livello gastrointestinale.
Pure con questo test è possibile mettere in evidenza la sindrome di colonizzazione intestinale anomala detta SIBOS (Small Intestinal Bacterial Overgrowth Syndrome), dovuta a una colonizzazione dell’intestino tenue da parte di batteri del colon, con o senza ileite terminale (“Backwash Ileitis”) in caso di disfunzione della valvola ileocecale. Nella SIBO il processo di fermentazione avviene già nel tenue, prima che i carboidrati possano essere riassorbiti, provocando i noti disturbi di flatulenza, coliche, diarrea ecc.
È pure indicato per la valutazione del tempo di transito intestinale e l’analisi può risultare utile per lo schiarimento di pazienti con sindrome del colon irritabile con sospetto di intolleranze alimentari.
E’ possibile eseguire dei test con lattosio, fruttosio, glucosio, sorbitolo e xilolo. In caso di indicazioni particolari anche con altre sostanze.
Un gruppo di ricercatori australiani ipotizzano che i cibi che contengono zuccheri particolari come disaccaridi, monosaccaridi e polioli (i cosiddetti FODMAP) possono peggiorare i sintomi di vari disturbi digestivi. Tali carboidrati vengono assorbiti molto poco a livello dell’intestino tenue, hanno un potere osmotico elevato (richiamano acqua) e vengono fermentati rapidamente dai batteri intestinali, portando facilmente disturbi tipici come frmazione di gas, discomfort addominale, flatulenza, crampi e diarrea.
Per migliorare questi sintomi la dieta FODMAP prevede l’esclusione di tutti questi zuccheri contemporaneamente: solo così si avrà un miglioramento dei disturbi intestinali. Ogni individuo riesce a tollerare un quantitativo complessivo differente di questi zuccheri: non esiste un’indicazione dietetica standard valida per tutti. Qui sotto riportati alcuni esempi.
Con questa metodologia – che si basa sull’utilizzo dell’apparecchio Breathtracker della ditta Quintron – è finalmente possibile aiutare i pazienti affetti da problemi intestinali cronici di non chiara origine, che non riusciamo a schiarire per mancanza di tecnologia investigativa. Il test è stato validato da numerose pubblicazioni che ne attestano l’utilità.
Il test si basa sulla detezione nell’aria espirata di idrogeno e metano, a testimonianza della produzione di questi due gas a livello intestinale in caso di problemi di intolleranza o mal igestione di carboidrati o fibre, che provocano fermentazione e conseguente disturbi a livello gastrointestinale.
Pure con questo test è possibile mettere in evidenza la sindrome di colonizzazione intestinale anomala detta SIBOS (Small Intestinal Bacterial Overgrowth Syndrome), dovuta a una colonizzazione dell’intestino tenue da parte di batteri del colon, con o senza ileite terminale (“Backwash Ileitis”) in caso di disfunzione della valvola ileocecale. Nella SIBO il processo di fermentazione avviene già nel tenue, prima che i carboidrati possano essere riassorbiti, provocando i noti disturbi di flatulenza, coliche, diarrea ecc.
È pure indicato per la valutazione del tempo di transito intestinale e l’analisi può risultare utile per lo schiarimento di pazienti con sindrome del colon irritabile con sospetto di intolleranze alimentari.
E’ possibile eseguire dei test con lattosio, fruttosio, glucosio, sorbitolo e xilolo. In caso di indicazioni particolari anche con altre sostanze.
Un gruppo di ricercatori australiani ipotizzano che i cibi che contengono zuccheri particolari come disaccaridi, monosaccaridi e polioli (i cosiddetti FODMAP) possono peggiorare i sintomi di vari disturbi digestivi. Tali carboidrati vengono assorbiti molto poco a livello dell’intestino tenue, hanno un potere osmotico elevato (richiamano acqua) e vengono fermentati rapidamente dai batteri intestinali, portando facilmente disturbi tipici come frmazione di gas, discomfort addominale, flatulenza, crampi e diarrea.
Per migliorare questi sintomi la dieta FODMAP prevede l’esclusione di tutti questi zuccheri contemporaneamente: solo così si avrà un miglioramento dei disturbi intestinali. Ogni individuo riesce a tollerare un quantitativo complessivo differente di questi zuccheri: non esiste un’indicazione dietetica standard valida per tutti. Qui sotto riportati alcuni esempi.
Ci sono vari carboidrati che possono causare problemi:
Oligosaccaridi: fruttani (multipli del fruttosio, a catena corta) e i galattani/galattoligosaccaridi (multipli del galattosio). L’uomo non possiede gli enzimi per digerirli e quindi non vengono assorbiti dall’intestino. I fruttani a catena lunga vengono chiamati inuline, che vengono spesso aggiunte come fibre solubili allo yogurt e sono dei prebiotici come i galattani.
Il fruttosio é uno zucchero semplice (monosaccaride) come il glucosio e il galattosio e non necessita di processi digestivi. Se assunto in eccesso, però, in alcune persone intolleranti, può creare problemi di assorbimento, soprattutto se presente in quantità maggiore del glucosio.
Il lattosio è un disaccaride formato da due zuccheri, glucosio e galattosio. Viene incluso nella dieta solo se i livelli di lattasi sono troppo bassi, ciò può essere dovuto ad un difetto genetico, alla razza e a differenti disturbi intestinali.
I polioli sono alcoli degli zuccheri e vengono assorbiti lentamente dalla parete intestinale.